Il contratto di licenza d’uso è uno strumento cruciale che regola i rapporti tra chi acquista e chi vende una licenza software, sia essa nuova o usata. Per il venditore, la licenza assicura la protezione dei suoi diritti di proprietà intellettuale e garantisce entrate certe tramite il pagamento periodico di aggiornamenti e manutenzione. È tutelato da un uso non autorizzato del prodotto.

 

Anche le licenze usate, ampiamente diffuse per motivi economici, sono pienamente legittime se cedute nel rispetto delle condizioni contrattuali. Per l’acquirente, la licenza definisce con precisione modalità e limiti dell’utilizzo acquistato, sollevandolo da responsabilità in caso di malfunzionamenti. È inoltre assicurato il supporto tecnico per la durata dell’accordo.

 

In entrambi i casi, quindi, il contratto fornisce certezze giuridiche ed economiche, nonché tutele reciproche in grado di agevolare transazioni vantaggiose sul mercato delle licenze software, sia esse nuove o rigenerate. Uno strumento, insomma, che conviene a tutti quando sottoscritto nel rispetto della legge.

Contratto di licenza d’uso: gli Elementi principali di una licenza software

Il contratto di licenza d’uso è l’accordo giuridico che regola i termini di utilizzo di un prodotto software tra il titolare dei diritti di proprietà intellettuale e l’utente/cliente. Esso definisce nel dettaglio i reciproci obblighi e le condizioni d’impiego del bene immateriale.

 

Tra gli elementi essenziali di una licenza software vi sono le generalità delle parti contraenti, ovvero il fornitore e il soggetto autorizzato all’impiego del bene. Importante è poi stabilire la durata temporale della licenza, che può essere a tempo indeterminato o determinato. È inoltre specificato l’utilizzo consentito del prodotto, ad esempio per scopi interni all’azienda utente o per lo sviluppo di applicazioni custom. Particolare attenzione merita la definizione del numero di utenti/dispositivi abilitati, fattore che distingue le licenze stand-alone da quelle di rete.

 

Non meno rilevante è l’indicazione dei diritti di proprietà intellettuale, che permangono in capo al fornitore. Presenti anche clausole sulle modalità di aggiornamento e manutenzione, nonché restrizioni e divieti d’uso non autorizzati. Tra le tipologie più comuni figura la licenza esd, propria dei download digitali, che prevede il rilascio di una chiave di attivazione per l’installazione del software sul dispositivo designato.

 

In caso di violazione contrattuale da parte del cliente, la licenza sancisce le penali applicabili o ne potrebbe prevedere addirittura la risoluzione, con efficacia retroattiva della stessa.

 

Contratto di licenza d’uso software: i Vantaggi per il titolare

Il contratto di licenza d’uso software consente al titolare dei diritti di proprietà intellettuale di tutelare i propri interessi economico-patrimoniali legati allo sfruttamento commerciale del prodotto.

 

Tra i principali vantaggi figurano:

 

  1. Il controllo degli utilizzi del bene attraverso la definizione delle condizioni d’uso e delle restrizioni previste. Ciò permette di preservare la valenza commerciale del software, anche in caso di licenze usate.
  2. La limitazione della responsabilità per danni diretti o indiretti derivanti dall’impiego del bene. Il contratto circoscrive l’ambito di responsabilità del fornitore.
  3. La stabilizzazione delle entrate, grazie alla pianificazione dei prezzi e degli aggiornamenti periodici concordati contrattualmente.
  4. La tutela legale in caso di infrazioni d’uso non autorizzate, attraverso la previsione di penali e la facoltà di risolvere il contratto.
  5. Il controllo degli aggiornamenti distributivi per garantire un appropriato supporto e manutenzione del software nel tempo.

 

Il contratto di licenza rappresenta quindi uno strumento giuridico essenziale per bilanciare profitto e tutela dei diritti del titolare delle licenze software usate, anche nell’ipotesi di beni rigenerati.

 

Licenza d’uso: clausola di privacy in una licenza software

Nel pieno rispetto della normativa privacy, il contratto di licenza d’uso software deve contenere una specifica clausola dedicata al trattamento dei dati degli utenti. Tale clausola delinea con precisione le finalità e le modalità di gestione delle informazioni personali fornite per l’erogazione del servizio o il corretto utilizzo delle licenze software.

 

In particolare, è definito se i dati saranno raccolti e conservati direttamente dal titolare della licenza oppure da terzi incaricati. Un aspetto rilevante è l’informativa resa agli utenti circa i diritti da essi esercitabili in ogni momento, ad esempio per l’accesso, la rettifica o la cancellazione dei propri dati. La clausola descrive inoltre le misure di sicurezza adottate sia fisicamente che logicamente per la salvaguardia della riservatezza dei dati, prevenendo accessi non autorizzati.

 

È in definitiva regolamentata la comunicazione a terzi dei dati raccolti, che non può avere luogo in assenza del consenso del titolare. La presenza di una clausola privacy in linea con le disposizioni normative è essenziale per garantire fiducia agli utenti nell’utilizzo delle licenze software e nella tutela della riservatezza personale.


L’acquisto licenza windows 10 EDS (Electronic Software Delivery) è un’ottima soluzione sia per uso personale che professionale.

 

Questa tipologia prevede il download digitale del software e l’emissione di una chiave produttiva, con costi generalmente più contenuti rispetto all’acquisto in confezione fisica. Secondo dati IDC, entro il 2023 il 40% delle licenze software aziendali verrà distribuito digitalmente utilizzando proprio questo canale.

 

Rispetto all’acquisto tradizionale, i vantaggi sono molteplici: innanzitutto il prezzo, con risparmi anche superiori al 30% sul costo finale. Inoltre non si devono attendere le tempistiche di spedizione, potendo installare Windows immediatamente.

 

Le licenze EDS sono perfettamente legali, basta acquistarle da rivenditori autorizzati Microsoft che applicano i contratti di licenza d’uso. La comodità di ricevere il codice digitale per l’attivazione rende questa soluzione ideale anche per aggiornare da remoto i PC aziendali. Essendo fornite direttamente da rivenditori autorizzati, le licenze EDS garantiscono inoltre la massima sicurezza e gli stessi standard qualitativi del prodotto in confezione. Per questi motivi, il loro utilizzo è destinato a crescere ulteriormente negli anni a venire.

 

Licenza windows 10: come acquistare una vecchia licenza

L’acquisto di una licenza rigenerata di Windows 10 può essere una valida alternativa per le esigenze d’uso personali o lavorative. Grazie al contratto di licenza d’uso sottoscritto, è possibile ottenere legittimamente prodotti OEM ricondizionati a prezzi più contenuti.

 

È importante che la cessione di tali licenze software avvenga nel rispetto delle politiche contrattuali e della normativa sulla proprietà intellettuale. Tra i canali autorizzati per l’acquisto figurano alcuni rivenditori specializzati nella rigenerazione di licenze usate, al termine della loro prima vita commerciale. Il cliente deve verificare che il codice product key sia ancora valido per le attivazioni, nonché ricevere apposita documentazione fiscale comprovante la legittima provenienza.

 

Grazie alla completa corrispondenza tra le funzionalità e agli aggiornamenti forniti, tali licenze garantiscono un’esperienza d’uso equivalente al nuovo. Purché acquistate secondo le clausole stabilite nel contratto di licenza, rappresentano quindi un’opportunità per risparmiare pur avendo accesso pieno al sistema operativo.

 

Windows 10: tutte le edizioni

Windows 10 è distribuito in diverse edizioni a seconda delle esigenze d’uso per offrire la massima flessibilità. La versione Home, ad esempio, è la più diffusa e indicata per i singoli consumatori che utilizzano il PC prevalentemente per scopi personali. Include funzionalità base per la produttività domestica. Windows 10 Home non consente di collegare il PC a un dominio o ad amministrazioni di rete aziendali. La versione Pro permette invece la gestione centralizzata tramite strumenti di group policy. L’edizione Pro dà accesso a funzionalità avanzate come la virtualizzazione, il deploying/imaging di massa e la gestione di grandi volumi di asset IT. Con Pro è possibile attivare funzioni quali UE-V (roaming delle impostazioni utente), DirectAccess e VPN sempre attiva.

 

Home non supporta le cartelle pubbliche/condivise né le modalità di lockdown/kiosk per PC condivisi. Pro invece sì. Per quanto riguarda la sicurezza, solo Pro include strumenti più avanzati contro malware e endpoint protection management. Lato enterprise, Pro abilita la crittografia integrata dei bitlocker e l’autenticazione a più fattori tramite Azure.

 

L’edizione Pro estende le potenzialità del sistema operativo e risulta ideale per piccole imprese o liberi professionisti che devono gestire licenze software aziendali.

 

Per le aziende sono disponibili anche Windows 10 Enterprise e Windows 10 Education, dotate di strumenti avanzati di amministrazione e sicurezza della rete. Consentono di ottimizzare e monitorare da remoto i dispositivi dei dipendenti, offrendo maggiore controllo e flessibilità di gestione. Le edizioni IoT Core e Cloud sono progettate specificatamente per l’Internet of Things, permettendo di sviluppare e distribuire app per diversi scenari.

 

Grazie a questa articolata gamma di versioni, Microsoft soddisfa le esigenze di tutti gli utenti, dal singolo fino alle grandi aziende, garantendo piena compatibilità tra le varie licenze software.

 

Acquisto licenza windows 10: le imperdibili offerte ESD

Le offerte ESD (Electronic Software Delivery) proposte per Microsoft dai suoi rivenditori autorizzati rappresentano un’occasione imperdibile per acquistare Windows 10 a condizioni particolarmente vantaggiose. Grazie al modello di licenza ESD, è possibile ottenere legittime licenze software usate di sistema operativi Microsoft, godendo di importanti riduzioni di prezzo rispetto alle tradizionali confezioni retail.

 

Il download digitale del software, corredato da un codice product key univoco per l’attivazione, rende questa soluzione pratica e conveniente da un punto di vista economico. Non sono infatti previsti costi di spedizione fisica del prodotto. Inoltre la chiave di attivazione può essere utilizzata più volte, abilitando l’installazione di Windows 10 su un numero prefissato di PC e dispositivi.

 

Le offerte ESD restituiscono un rapporto qualità/prezzo ineguagliabile, consentendo di sfruttare appieno tutte le potenzialità del sistema operativo con un esborso contenuto, sia per usi personali che in ambito lavorativo e scolastico. Rappresentano dunque un’opzione da valutare seriamente per aggiornare i propri device con Windows 10 risparmiando sensibilmente.

 


Buongiorno cari lettori, oggi vi andremo a parlare della di Google che ha intenzione di inserire in tutti i suoi prodotti di l’AI.

L’intelligenza artificiale doveva essere la cosa su cui punta Google ma come abbiamo visto non è andato tutto secondo i piano. L’azienda ha coltivato la reputazione di scommettere a lungo termine su tutti i tipi di tecnologie e gran parte della ricerca alla base dell’attuale ondata di chatbot basati sull’intelligenza artificiale si è svolta nei suoi laboratori. OpenAI da novembre è emersa come il leader dell’IA generativa, un software in grado di produrre testo, lanciando ChatGPT. Il suo improvviso successo ha spinto Google, Alphabet Inc. , a recuperare il ritardo in un sottocampo chiave della tecnologia.

ChatGPT, che alcuni vedono come un eventuale sfidante del tradizionale motore di ricerca di Google , sembra doppiamente minaccioso visti gli stretti legami di OpenAI con Microsoft.Lo sforzo di recuperare tutto questo gap ha permesso a Pichai di rivivere i suoi giorni come product manager, poiché ha iniziato a soppesare direttamente i dettagli delle caratteristiche del prodotto. Ad alcuni ex studenti di Google è stata ricordata l’ultima volta che l’azienda ha implementato un mandato interno per infondere ogni prodotto chiave con una nuova idea: lo sforzo iniziato nel 2011 per promuovere lo sfortunato social network Google+. Non è un paragone perfetto: Google non è mai stato considerato un leader nei social network, mentre la sua esperienza nell’intelligenza artificiale è indiscussa. Tuttavia, c’è una sensazione simile. I dipendenti attuali ed ex affermano che almeno le valutazioni e le recensioni di alcuni Googler saranno probabilmente influenzate dalla loro capacità di integrare l’IA generativa nel loro lavoro.

La Silicon Valley è entrata in un ciclo di hype completo, con venture capitalist e imprenditori che si sono improvvisamente proclamati visionari dell’IA, allontanandosi dalle recenti fissazioni come la blockchain e le aziende che hanno visto salire i prezzi delle loro azioni dopo aver annunciato le integrazioni dell’IA. Nelle ultime settimane, Mark Zuckerberg, CEO di Meta Platforms Inc., si è concentrato sull’intelligenza artificiale piuttosto che sul metaverso.

A lungo andare, potrebbe non importare molto che OpenAI abbia risucchiato tutta l’aria dalla conversazione pubblica per alcuni mesi, visto quanto lavoro ha già fatto Google. Pichai ha iniziato a riferirsi a Google come a un’azienda “AI-first”. nel 2016 . Ha utilizzato l’apprendimento automatico per guidare la sua attività pubblicitaria per anni, integrando anche l’intelligenza artificiale in prodotti di consumo chiave come Gmail e Google Foto, dove utilizza la tecnologia per aiutare gli utenti a comporre e-mail e organizzare le immagini. In una recente analisi, la società di ricerca Zeta Alpha ha esaminato i primi 100 documenti di ricerca sull’IA più citati dal 2020 al 2022 e ha scoperto che Google ha dominato il campo. “Il modo in cui è finito per apparire è che Google era una specie di gigante addormentato che è dietro e sta cercando di recuperare il ritardo. Penso che la realtà non sia proprio questa”, afferma Amin Ahmad, un ex ricercatore di intelligenza artificiale presso Google che ha co-fondato Vectara , una startup che offre strumenti di ricerca conversazionale alle aziende. “Google è stato davvero molto bravo, credo, nell’applicare questa tecnologia in alcuni dei loro prodotti principali anni e anni prima del resto del settore.”

Google ha anche lottato con la tensione tra le sue priorità commerciali e la necessità di gestire la tecnologia emergente in modo responsabile. C’è una tendenza ben documentata degli strumenti automatizzati a riflettere i pregiudizi che esistono nei set di dati su cui sono stati addestrati, così come le preoccupazioni sulle implicazioni degli strumenti di test sul pubblico prima che siano pronti. L’intelligenza artificiale generativa, in particolare, comporta rischi che hanno impedito a Google di precipitarsi sul mercato.

Altri gruppi hanno già dimostrato di essere disposti ad andare avanti, indipendentemente dal fatto che Google lo faccia o meno. Uno dei contributi più importanti che i ricercatori di Google hanno apportato al campo è stato un documento fondamentale intitolato “ L’attenzione è tutto ciò di cui hai bisogno “, in cui gli autori hanno introdotto i trasformatori: sistemi che aiutano i modelli di intelligenza artificiale a concentrarsi sulle informazioni più importanti nei dati stanno analizzando. I trasformatori sono ora elementi chiave per modelli linguistici di grandi dimensioni, la tecnologia che alimenta l’attuale raccolto di chatbot: la “T” in ChatGPT sta per “trasformatore”.

Sono tra dozzine i ricercatori di intelligenza artificiale che sono passati a OpenAI e una serie di startup più piccole, tra cui Character.AI, Anthropic e Adept . Una manciata di startup fondate da ex studenti di Google, tra cui Neeva, Perplexity AI , Tonita e Vectara, stanno cercando di rivoluzionare la ricerca utilizzando modelli di linguaggio di grandi dimensioni. Il fatto che solo pochi posti chiave abbiano la conoscenza e la capacità di costruirli rende la competizione per quel talento “molto più intensa che in altri campi in cui le modalità di formazione dei modelli non sono così specializzate”, afferma Sara Hooker.


Buongiorno cari lettori, oggi vi andremo a parlare del bootkit Blacklotus che può bypassare l’avvio protetto di Windows

I ricercatori di sicurezza informatica dell’azienda di sicurezza ESET hanno condiviso la loro analisi del primo bootkit UEFI al mondo utilizzato, che può aggirare l’avvio protetto su sistemi UEFI completamente aggiornati.

Analisi approfondita di ESET su UEFI Bootkit

Secondo i ricercatori, non vi è alcuna indicazione su chi abbia creato questo bootkit, quindi hanno concluso che corrisponde al bootkit BlackLotus. Questo bootkit è stato promosso nei forum clandestini di hacking dal 2022 per 5.000€, con ulteriori 200€ per gli aggiornamenti.

Funzionalità di BlackLotus

BlackLotus è scritto nei linguaggi di programmazione assembly e C, quindi gli sviluppatori possono inserire una suite di potenti funzionalità in un file da 80kb. Non solo disabilita l’avvio protetto, ma molti altri meccanismi di sicurezza del sistema operativo, tra cui l’integrità del codice protetto da hypervisor (HVCI), BitLocker e Windows Defender.

Questo bootkit può essere eseguito su sistemi completamente aggiornati che eseguono Windows 11 con UEFI Secure Boot abilitato. Si rivolge alla catena di basso livello del firmware chiamata Unified Extensible Firmware Interface (UEFI). Questa complessa catena è responsabile dell’avvio dei computer moderni. L’UEFI collega il firmware del computer con il sistema operativo mentre funge da sistema operativo stesso.

Poiché l’UEFI si trova nel chip di archiviazione flash connesso a SPI presente sulla scheda madre del computer, è estremamente difficile ispezionarlo o correggerlo. La differenza tra il modo in cui BlackLotus prende di mira UEFI e altri bootkit come MoonBounce, CosmicStrand e MosaicRegressor è che questi prendono di mira il firmware UEFI archiviato nel chip di archiviazione flash, mentre BlackLotus prende di mira il software nella partizione di sistema EFI.

In che modo BlackLotus attacca l’avvio protetto?

BlackLotus sfruttando una vulnerabilità presente in tutte le versioni supportate di Microsoft Windows e patchata nel gennaio 2022. Viene chiamata CVE-2022-21894 e si tratta di un difetto logico, soprannominato “Baton Drop” dal ricercatore che lo ha scoperto, e può essere sfruttato per rimuovere completamente le funzioni Secure Boot dalla sequenza di avvio all’avvio del PC.

Gli hacker possono facilmente sfruttare questo difetto per ottenere chiavi per il BitLocker, che crittografa i dischi rigidi. Per i creatori di BlackLotus, questo difetto si è rivelato immensamente utile perché, nonostante siano stati corretti, i file binari firmati vulnerabili non sono ancora stati aggiunti all’elenco di revoche UEFI, che avvisa sui file di avvio non attendibili.

Secondo i ricercatori, sono attualmente in uso centinaia di bootloader vulnerabili e, se questi file binari firmati venissero revocati, renderebbero inutilizzabili milioni di dispositivi. Ecco perché i dispositivi aggiornati sono ancora vulnerabili perché gli hacker possono sostituire il software con patch del software vecchio e vulnerabile.

I bootkit UEFI sono una minaccia?

I bootkit UEFI in generale sono potenti minacce perché l’UEFI ha il controllo completo sul processo di avvio del sistema operativo. È così che può disabilitare vari meccanismi di sicurezza del sistema operativo e distribuire i propri payload in modalità kernel e modalità utente nelle prime fasi di avvio del sistema operativo. Ciò consente agli hacker di operare furtivamente e ottenere privilegi elevati.

Distribuzione del Bootkit:

Il modo in cui questo bootkit viene distribuito non è chiaro, ma guardando questo fenomeno in generale la catena di attacco coinvolge un componente del programma di installazione che scrive i file nella partizione di sistema EFI e disabilita HVCI e BitLocker, dopodiché riavvia l’host. BlackLotus disabilita le soluzioni di protezione per distribuire un driver del kernel, che protegge dall’eliminazione del file bootkit, e un caricatore HTTP. Al contrario, il bootloader stabilisce la comunicazione con il server di controllo ed esegue il payload.